Di interesse ornamentale ma decisamente poco comune.
Oltre le dune, verso l’interno delle coste sabbiose, dovrebbero vivere comunità di zone umide, oggi completamente bonificate. Il suolo umido delle depressioni superstiti e degli impluvi può conservare la vegetazione più “amante dell’acqua” = igrofila. Sui suoli umidi si può trovare anche Vitex agnus-castus L. un arbusto poco comune, legato ad ambienti umidi costieri. Raggiunge i 4-5 metri di altezza ed ha foglie palmato composte, con 5 segmenti (talvolta 7).

I fiori sono riuniti in pannocchie allungate, hanno corolla dall’azzurro al viola divisa in un labbro superiore bilobato e uno inferiore a tre lobi. Dal tubo corollino fuoriescono gli stami e lo stilo con lo stimma bifido. I frutti sono delle drupe di 3-4 mm di diametro. La fioritura avviene tra luglio e settembre.

Interessante è l’epiteto specifico, agnus-castus, di derivazione greca (a-gonos) e latina (castus) che fa riferimento alla presunta proprietà anti-afrodisiaca dei suoi frutti. Per questo uno dei nomi volgari è “pepe dei monaci” oltre ad “agnocasto”.
Distribuito lungo le coste del Mediterraneo, si spinge verso l’Asia centrale. In Italia può trovarsi fino ai 500 metri di quota. In Campania lo si può osservare frequentemente lungo le coste del Cilento, talora decisamente abbondante, mentre in provincia di Napoli sembra sparire: rilevato nel passato, non è stato più confermato o non è stato rilevato nelle più recenti flore della Penisola Sorrentina, del Vesuvio, di Ischia, Procida e Vivara, Campi Flegrei. Identica situazione nella costa della provincia di Caserta sebbene dopo la segnalazione del 1873 di Terracciano [1] presso Castelvolturno, è stato da noi osservato nel comune di Cellole solo nel 2011. Nella parte dell’ex Terra di Lavoro del Lazio meridionale, invece, è presente in diverse località [2].
La sua presenza allo stato spontaneo è indicativa dell’habitat “92D0: Gallerie e forteti ripari meridionali”, di interesse comunitario secondo la Direttiva europea 92/43/CEE la cosiddetta Direttiva “Habitat” [3].
Nei prossimi giorni andrò a verificare lo stato di salute del nucleo di piante di Cellole. Dato che questo è il periodo di fioritura, è molto ben visibile perciò aguzziamo la vista e fotografiamolo documentando la presenza di questa pianta che abbellisce la natura che ci circonda. E se vi va, scrivetemi dove l’avete trovata in Terra di Lavoro!

Note bibliografiche
[1] Terracciano N., 1873. Seconda relazione intorno alle peregrinazioni botaniche fatte nella provincia di Terra di Lavoro. Tip. Nobile, Caserta.
[2] Lucchese F. 2018. Atlante della Flora Vascolare del Lazio, cartografia, ecologia e biogeografia. Vol. 2. La flora di maggiore interesse conservazionistico. Regione Lazio. Direzione capitale naturale, parchi, aree protette.
Sono grato a chi vorrà segnalarmi imprecisioni, errori o omissioni nel presente articolo nonché a chi mi vorrà inviare nuove segnalazioni sulla presenza delle specie citate in aree di Terra di Lavoro, da osservazioni o da riferimenti bibliografici qui non citati. Grazie anche a chiunque voglia lasciare un commento.