Orchidea di prati umidi, al limite meridionale dell’areale
Dactylorhiza incarnata (L.) Soó è un’orchidea legata agli ambienti umidi, in particolare ai prati umidi, distribuita nelle zone più fredde d’Europa dalla pianura fino ai 2000 metri.
Nel Sud della penisola italiana diviene sempre più rara ed in Campania è stata segnalata per la prima volta nel 2007, per il Matese[1]. Successivamente un’altra stazione è stata scoperta in provincia di Salerno [2]. Entrambe le località rappresentano il limite meridionale dell’areale della specie nella Penisola e ospitano tante altre specie floristiche che dall’Europa centrale percorrono l’appennino e qui arrestano la loro distribuzione.

Riconoscimento: si distingue dalle altre Dactylorhiza presenti nella zona innanzitutto per l’habitat, trattandosi di specie igrofile (che amano l’acqua). Caratteri importanti sono le dimensioni ridotte dei fiori, da rosa a porpora, raggruppati in infiorescenze compatte, occupanti meno di un terzo superiore della pianta. I fiori hanno labello intero o appena trilobo, ornato di strie più scure. Lo sperone è lungo al massimo quanto l’ovario, conico e arcuato verso il basso. Le foglie sono erette e raramente presentano piccoli puntini sulla pagina superiore. complessivamente le
Le piante presenti in Campania, per le foglie non maculate, possono essere inquadrate nella sottospecie nominale (subsp. incarnata) ma altri autorevoli studiosi ritengono che questa sia solo un carattere frutto della variabilità e che, quindi, possa essere considerata una varietà (var. incarnata).
Per Terra di Lavoro, la stazione del Matese è l’unica dell’area, con poche piante in un habitat che, per la sua ricchezza ed importanza nel bilancio della biodiversità regionale, necessita di una grande attenzione in primo luogo dagli enti preposti alla conservazione della natura. Oltre che di una specie protetta e indubbiamente rara, si tratta di una specie al limite dell’areale distributivo e, pertanto, le popolazioni campane assumono un grande rilievo biogeografico.
Note bibliografiche
[1] Santangelo A., Bernardo L., Bertani G., Bronzo E., Cancellieri L., Costalonga S., Croce A., Del Vico E., Fascetti S., Fortini P., Gangale C., Gubellini L., Iocchi M., Lapenna M.R., Lattanzi E., Lavezzo P., Lupino F., Magrini S., Marino R., Uzunov D., Paura B., Peccenini S., Peruzzi L., Rosati L., Salerno G., Scoppola A., Strumia S., Tardella F.M., 2007. Contributo alla conoscenza floristica del Massiccio del Matese: resoconto dell’escursione del Gruppo di Floristica (S.B.I.) nel 2007. Informatore Botanico Italiano 42(1): 109-143.
[2] Croce A., Buompane P., Di Palma F., Fiordellisi M., Pugliese G., Soca R, 2017. Nuovi interessanti rigtrovamenti di orchidee per la Campania. Orchidee Spontanee d’Europa 60(1): 139-146.
Sarò grato a chi vorrà segnalarmi imprecisioni, errori o omissioni nel presente articolo nonché a chi mi vorrà inviare nuove segnalazioni sulla presenza delle specie citate in aree di Terra di Lavoro, da osservazioni o da riferimenti bibliografici qui non citati.