…meglio chiamarlo Hermodactylus tuberosus (L.) Mill.
Fra inverno e primavera fiorisce una pianta denominata Iris tuberosa da Linneo, attualmente Hermodactylus tuberosus. Moltissimi pensano sia un’orchidea, forse per i suoi tepali vellutati e quasi neri che le conferiscono un aspetto elegante, forse per una vaga somiglianza con qualche specie di orchidea, in particolare del genere Ophrys. I testi italiani la chiamano volgarmente “Bellavedova”, quelli inglesi “snake’s head” cioè “testa di serpente”. Localmente l’ho sentita chiamare “munacella”, cioè “piccola monaca”.

Non è un’orchidea e l’analisi della morfologia del fiore rivela la tipica conformazione degli Iris, genere in cui Linnéo inserì la pianta e al quale di tanto in tanto viene reinserita in quel continuo cambiamento dei nomi botanici, difficile da capire per i non addetti… ma non solo!
Dai fusti sotterranei (rizomi) si sviluppano le lunghe foglie, caratteristicamente a sezione quadrata, e i fusti che portano un unico fiore avvolto alla base da due brattee verdi. Dei 6 tepali i 3 esterni sono molto sviluppati, con una parte viola molto scuro che si ripiega verso la base del fusto, i 3 interni sono molto più piccoli, verde-giallognolo. I 3 stami sono nascosti sotto i grandissimi stimmi appiattiti (“petaloidi”) terminanti in due punte. A differenza degli Iris in senso stretto, Hermodactylus ha un ovario con una sola cavità (=ovario uniloculare) anzichè tre.


In uno studio è stato osservato che i fiori di Hermodactylus tuberosus contengono composti simili a quelli che si ritrovano nei fiori di una vera orchidea, Ophrys fusca L., e che stimolerebbero attivamente un impollinatore comune alle due specie. Laddove le due piante vivono insieme l’iris trarrebbe vantaggio dall’enorme fascino esercitato dall’orchidea sull’insetto impollinatore e avrebbe un maggiore successo riproduttivo [1]. Si tratterebbe, quindi, di un meccanismo opposto al fenomeno di “mimetismo florale” per il quale molte specie di orchidee, che non producono nettare, traggono vantaggio dalla somiglianza del loro fiore con quello di altre piante, nettarifere ed in contemporanea fioritura.
Questa specie è presente nei paesi dell’Europa Meridionale, dalla Spagna alla Grecia. In Italia è distribuita in tutte le regioni della penisola ed è più rara nelle regioni del Nord. Mai osservata in Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige e Friuli Venezia Giulia.
In Terra di lavoro è comune nei coltivi (vigne, margini degli orti, campi, oliveti, ecc.), nelle scarpate erbose e nei boschi luminosi, in tutti i settori geografici (Sud Lazio, Vulcano di Roccamonfina e alto Casertano, Monti Tifatini, ecc.) dal piano ad oltre 1000 metri di quota.
Contrariamente a quanto creduto non è una specie rara nè protetta ma questo non ci deve far desistere dall’estirparne mazzi che appassiranno nelle nostre case piuttosto che sfiorire in campo, producendo tanti frutti e ancora più semi.
Note bibliografiche:
[1] Pellegrino G., Bellusci F., Palermo A.M. 2016. Who helps whom? Pollination strategy of Iris tuberosa and its relationship with a sexually deceptive orchid. Journal of plant research 129(6): 1051-1059.