Daphne sericea Vahl

Dafne olivella

Daphne sericea Vahl – Baia Domizia, 23 febbraio 2011

Arbusto a distribuzione mediterraneo-orientale, dall’Italia centro-meridionale al Caucaso. In Italia è presente nelle regioni tirreniche dalla Toscana alla Campania e in quelle adriatiche dall’Abruzzo alla Puglia, oltre alla Sicilia. Accompagna, nei densi nuclei della macchia mediterranea, il mirto, il lentisco, la fillirea, l’alaterno ed il ginepro, dal livello del mare ai 500 metri di quota, dalle dune sabbiose ai versanti dei rilievi carbonatici presso la costa.

Fiorisce in febbraio e marzo, con fiori rosa a 4 lobi, in infiorescenze dense. Le foglie sono sempreverdi, verde opaco sulla pagina superiore e coperte di una densa pelosità su quella inferiore. Raggiunge i 2 metri di altezza. Come tutte le congeneri, è una pianta tossica in tutte le sue parti.

Daphne sericea Vahl – Suio, 2 febbraio 2011

Nel territorio dell’ex Terra di lavoro e’ facile osservarla nel Lazio meridionale, soprattutto sui rilievi dei monti Aurunci [1]. Oltrepassato il Garigliano verso Sud [2], diviene un componente della macchia sulla duna soprattutto presso la foce ma anche nei nuclei sempre più isolati e a rischio di sbancamento, fra gli stabilimenti balneari verso Sud. Ricompare nella riserva statale di Castel Volturno, con una popolazione oggetto di studi sulla sua biologia dell’impollinazione [3], pare assente o scomparsa altrove. Riportata già in passato per la costa da Terracciano (Pontammare e Castelvolturno [4]), era stata osservata dallo stesso autore sul Massico [5] ed in una stazione più interna, “Sanguinito nella valle del Volturno” [4] – corrispondente forse all’attuale località Sanguinito nel comune di S. Agata de’Goti?

Dalla distribuzione è evidente che la specie non ama i rilievi vulcanici: se in Lazio è limitata alle aree meridionali, in Campania non si addentra nei Campi Flegrei. E’ certamente una specie che rischia di scomparire nelle stazioni costiere per la compromissione dell’habitat ed una bassa capacità riproduttiva [6] ed è stata inserita nelle Liste Rosse Regionali con lo status LC= rischio minimo [7].


Come al solito sono molto grato a chi vorrà suggerirmi dati e lavori inediti o segnalarmi errori o omissioni nel testo


Fonti Bibliografiche
[1] Lucchese F. 2018. Atlante della Flora Vascolare del Lazio, cartografia, ecologia e biogeografia. Vol. 2. La flora di maggiore interesse conservazionistico. Regione Lazio. Direzione capitale naturale, parchi, aree protette. Link
[2] Croce A., Stinca A., Santangelo A., Esposito A. 2019. Exploring vascular flora diversity of two protected sandy coastal areas in southern Italy. Rendiconti Lincei. Scienze Fisiche e Naturali 30(2): 323-336. Link
[3] Aronne G., Russo D., Wilcock C.C. 1996. Pollination biology of the rare perennial Daphne sericea Vahl (Thymelaeaceae). Giornale Botanico Italiano 130(1): 519. link
[4] Terracciano N. 1873. Relazione intorno alle peregrinazioni botaniche fatte per disposizione della deputazione provinciale di Terra di Lavoro in certi luoghi della provincia. Tip. Nobile, Caserta.
[5] Terracciano N. 1874. Terza relazione intorno alle peregrinazioni botaniche fatte nella provincia di Terra di Lavoro. Tip. Nobile, Caserta.
[6] Barbi S. 2008. Studi di biologia riproduttiva per la conservazione di alcune specie vegetali dell’ambiente mediterraneo e per la valorizzazione di produzioni eco-compatibili. PhD Thesis. Faculty of Agriculture. University of Napoli.
[7] Conti F., Manzi A., Pedrotti F. 1997. Liste rosse regionali delle piante d’Italia. WWF Italia, Società Botanica Italiana, TIPAR Poligrafica Editrice, Camerino.

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