L’elleboro fetido, Helleborus foetidus L. (in Italia è presente con la sottospecie foetidus ) è una delle piante a fioritura invernale della nostra area geografica. Si tratta di una erbacea piuttosto appariscente sebbene i fiori, completamente verdi o con qualche tinta di rosso all’apice dei tépali, non siano attraenti come altre congeneri (per es. Helleborus niger L., di dubbia presenza in Campania).
Inconfondibile per l’odore, come dice il nome, fetido! Staccate un frammento di foglia per provarlo, altrimenti affidatevi al fatto che è uno dei due ellebori che ha la base del fusto lignificata e foglie tutte disposte su di esso e l”altro (Helleborus lividus Aiton subsp. corsicus (Briq.) P.Fourn.) è endemico della Sardegna. Se invece volete provare con il vostro olfatto la sua fama di pianta fetida, scoprirete che ricorda quello del Cestrum parqui o dell’Ailanthus altissima, entrambe piante esotiche o aliene). Molto caratteristiche le foglie palmate e i frutti (follicoli) che si ingrossano ben presto.



I fiori producono abbondante nettare e sono spesso visitati ed impollinati da grandi insetti, come i bombi. Tuttavia è in grado di autoimpollinarsi precocemente, caratteristica utilissima per una pianta che fiorisce nel periodo in cui più scarseggiano gli impollinatori.
Comune in tutti gli habitat boschivi di Terra di Lavoro, fiorisce tra dicembre e marzo, dalla bassa collina a oltre 1000 metri di quota. E’ facile osservarla al bordo dei sentieri o delle strade, nelle siepi o fra gli alberi.
E’ una pianta tossica, come tutte le specie della famiglia a cui appartiene, le Ranunculaceae.