Tipi da spiaggia (4)…che lasciano le nostre spiagge.

Tratteniamoli e facciamoli tornare

Se i tipi da spiaggia di cui abbiamo parlato in passato sono piuttosto frequenti sul litorale di Terra di Lavoro, altrettanto non si può scrivere per le abitanti trattate in questo articolo.

Achillea maritima (sinonimo di Otanthus maritimus), la santolina delle spiagge, è una pianta caratteristica della duna embrionale, quella in cui vive anche la soldanella e la calcatreppola marina. In realtà non è più molto caratteristica se consideriamo che è sempre più rara. In molte regioni italiane è rara o addirittura estinta in Abruzzo, non più ritrovata in Liguria [fonte]. In Campania è considerata a rischio di estinzione: secondo le categorie dell’IUCN, le Liste Rosse regionali le attribuiscono lo status di Vulnerabile [1]. I motivi della sua vulnerabilità possono essere molti. Innanzitutto è una specie che non ha organi di resistenza sotterranei nè si affida ai semi, come molte delle piante della duna. E’ una pianta definita “Chamefita”: possiede apparati aerei (rami) legnosi alla base, portanti le gemme a cui è affidata la vegetazione e la sopravvivenza. Essendo queste gemme sempre fuori dal suolo (dalla sabbia in questo caso!), è più sensibile di altre al disturbo umano. Così, come risultano sensibili specie con forma di crescita simile, come ad esempio la Crucianella maritima.

Crucianella marittima sul lembo di duna di Levagnole, tra Sessa Aurunca e Mondragone, Giugno 2014

Morale della favola: se passiamo sulle spiagge con mezzi meccanici, spianandole, distruggiamo quelle specie più rare e sensibili. Anche dove si ritiene che l’ambiente sia degradato (vedi foto in alto a sinistra!) e vada risanato, forse perchè in alcune associazioni ambientaliste sono prevalenti le competenze urbanistiche anzichè quelle naturalistiche…

La seconda specie, molto più rara nonostate sia essa indicatrice di un tipo di vegetazione e di duna bene preciso: l’Ammophila arenaria ha cambiato recentemente nome botanico ma è sempre quella pianta che da il nome alla vegetazione dell’ammofileto che si insedia sulla duna bianca. Questa è la massima espressione della duna mobile, quella che cresce per accumulo di sabbia e protegge la spiaggia dall’erosione. L’ammofila ha lunghi steli e foglie arrotolate su loro stesse al fine di limitare la perdita di acqua per traspirazione. Vive sulla sommità della duna ma è sempre più rara, relegata a brandelli di vegetazione ancora indisturbata. Il resto del suo habitat è sotto i parcheggi, i lungomare, gli stabilimenti balneari.
Morale della storia: se ancora esistono piccoli, residui nuclei di Ammophila non dovremmo dar loro il colpo di grazia ma tenerli in considerazione e conservarli. Anzi, facciamo qualcosa di molto innovativo: facciamola prosperare.

Un nucleo di ammofila su una duna in buono stato. Mondragone, Giugno 2014

Schede floristiche:
Achillea maritima (L.) Ehrend. & Y.P.Guo subsp. maritima
Sul litorale si trova ormai solo molto sporadicamente: qualche individuo sulle dune di Mondragone, a Castelvolturno, molta di più a Cuma.
Segnalazioni per Mondragone (archivio personale), Castel Volturno nella Riserva Naturale (Croce et al., 2019), Licola (Motti& Ricciardi,2005), Cuma (archivio personale). Nel XIX secolo e nei primi anni del XX secolo fu riportata da diversi autori (si veda il lavoro di Motti e Ricciardi per i riferimenti precisi) per Baia, Cuma, Miseno, Fusaro, Lucrino, Pozzuoli e Bagnoli ma ovunque in progressiva rarefazione.

Calamagrostis arenaria (L.) Roth subsp. arundinacea (Husn.) Banfi, Galasso & Bartolucci = Ammophila arenaria (L.) Link subsp. arundinacea (Husn.) H.Lindb.
Piccoli nuclei rinvenuti a Baia Domizia presso il villaggio svedese e nella riserva naturale Statale di Castel Volturno (Croce et al., 2019). Segnalata per i Variconi (La Valva & Astolfi, 1988) e per Licola (Motti& Ricciardi,2005). In quest’ultimo lavoro ci sono i riferimenti alle segnalazioni del passato, similmente a quanto scritto per Achillea maritima.

Note bibliografiche:
[1] CONTI F., MANZI A. & PEDROTTI F., 1997. Liste rosse regionali delle piante d’Italia. WWF Italia, Società Botanica Italiana, TIPAR Poligrafica Editrice, Camerino.

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