Rosa sempervirens, l’unica rosa sempreverde della nostra flora
What’s in a name? That which we call a rose – By any other name would smell as sweet
W.Shakespeare, Romeo and Juliet
(Che cosa c’è in un nome? Ciò che noi chiamiamo rosa, anche se lo chiamassimo con un altro nome, serberebbe pur sempre lo stesso dolce profumo. W. Shakespeare, Romeo e Giulietta
Con questa rosa concludiamo la trilogia delle piante di S. Giovanni….prometto che per il prossimo articolo sarò più originale!
Fra le oltre 50 specie di rosa presenti in Italia, alcune delle quali di difficile identificazione, ce n’è una il cui riconoscimento è decisamente più semplice, con un carattere fondamentale a cui si riferisce il nome scientifico.
Rosa “di S. Giovanni” perchè è in piena fioritura a fine giugno, in tutte le regioni della penisola che ospitano fasce climatiche più calde.

I fusti, verdi e flessibili, si arrampicano e sorreggono grazie alle spine mentre le foglie, divise in 5 foglioline, sono lucide superiormente, piuttosto coriacee e sempreverdi (=sempervirens). La corolla è formata da 5 petali bianchi.

Vive in siepi e macchie, spingendosi dentro i boschi delle zone calde, comune in Terra di Lavoro tra il livello del mare e i 500 metri di quota. Osservata ovunque ed in particolare:
- Macchie e boschi della costa (Croce et al., 2019)
- Vulcano di Roccamonfina (Croce et al., 2008)
- Lago di Vairano (Croce et al., 2011)
- Matese (Blog floradelmatese)
- Monte Cesima
- Monte Camino
- Monte Sammucro
- Monte Maggiore
Gussone ne descrisse una varietà floribunda (Gussone, 1842 [1]), segnalata da Terracciano presso Sora (Terracciano, 1872 [2]), oggi non più considerata nelle flore recenti. Si caratterizzerebbe, soprattutto per le infiorescenze più ricche di fiori.
[1] Gussone G. – Florae siculae synopsis : exhibens plantas vasculares in Sicilia insulisque. Vol. 1, Napoli, 1842
[2] Terracciano N. – Relazione intorno alle peregrinazioni botaniche fatte per disposizione della deputazione provinciale di Terra di Lavoro in certi luoghi della Provincia. Caserta, 1872